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Di fronte a quella ch'egli chiama metamorfosi, una metamorfosi che investirebbe non soltanto le cose intorno a noi ma la stessa sensibilità d'ogni singolo individuo, e il suo modo d'avvicinarsi a un libro o a una persona cara, Doplicher oppone una perentoria urgenza di fermezza o, se vogliamo, di verità: il dovere, da parte del poeta, di dire dove noi stiamo, o meglio dove noi sentiamo di stare. Tra il ricordo e la vita attuale in continua trasformazione (e deformazione) sta l'idea della materia come continuità priva di speranza. L'acqua e la terra sono elementi prima e dopo di noi: sono le pareti della nostra recita, destinate a chiudersi su ciascun uomo e a inghiottirlo per sempre. E nulla resterà, nemmeno la rimembranza, giacché tutto, perfino la possibilità di pensare, par destinato a perire. L'idea di tempo e di spazio, secondo Doplicher, è quella che cogliamo dalle scienze odierne, ma il poeta non cerca la scienza, bensì tenta di misurare l'inquietudine e le emozioni nei nuovi spazi mentali. Per Doplicher, laico, le ragioni della poesia, insomma, risiedono oltre la poesia stessa, in una necessità diventata parola (Giorgio Caproni). Questo passaggio dal mondo dei segni al mondo delle cose, che metamorfosa l'astratto in concreto, allarga il campo della percezione conferendo alla più intima particella, liberata dalle masse che l'ingombravano, che la schiacciavano, una realtà. Doplicher vi si è impegnato può darsi proprio nel momento in cui, essendo stato rotto il contatto dalla stessa letteratura d'avanguardia, si faceva sentire la necessità di rimaterializzare l'universo, di dedicare lo spirito a una operazione che desse alla materia la sua raffigurazione, incorporandovi la sensibilità propria del poeta. Il poeta cerca in ogni senso il destino dell'uomo dentro questa temporalità decaduta che è la sua sorte: il suo errare lo conduce nell'universo concreto delle forme e dei segni che si legano ad esse, votato al nocciolo amaro della realtà. Il dottor Faust del nostro tempo è stanco di ricercare le leggi della Storia come l'antico Faust era stanco di inseguire le leggi della Natura. Più e meglio di ogni altro egli è stato attento a completare il volto sconosciuto e fugace che egli modella (la maschera? la persona?) e da cui a cose fatte si separa, lasciando che il silenzio inghiotta gli antichi gridi della memoria, compiuta l'opera, trovato l'oggetto al fondo di ogni esperienza e anche dell'esperienza poetica, ora oggetto simbolico in mezzo agli altri del mondo e dell'invalicabile materia. Descrizione bibliografica Titolo: La rappresentazione Autore: Fabio Doplicher Editore: Roma: Quaderni di Stilb, Aprile 1984 Lunghezza: 155 pagine; 22 cm ISBN: 8842300071, 9788842300076 Collana: Volume 4 di Poesie Soggetti: Poeti italiani XX secolo Poesia contemporanea Raccolte poetiche, Antologie, Critica letteraria, Poetica, Opere Teatro Bibliografia Valeria Rossella Letture poetiche Metamorfosi Pensiero Corpo Umberto Piersanti Mario Mattia Giorgetti Racconti Bobi Bazlen Raffaele Crovi Intellettuali Proiezioni visionarie Corale doplicheriana Ernestina Pellegrini Girochiuso Stanza del ghiaccio Esilio Notte degli attori Echi Universo Memoria di pietra Sonetti di Kiev Edera Villa Pamphili Esercizi con la mia ombra Compleanno del millennio El sburto Viagiar a casa mia Roma El putel orbo Ruggero Jacobbi Vocazione irresistibile Luigi Fontanella Rivolta Proiezione Umberto Piersanti Giuseppe Zagarrio Remo Pagnanelli Allegoria Liricità Rodolfo Di Biasio Raffaele Pellecchia Hans Hinterhäuser André Ughetto Mauro Jannotti Poésie du XX siècle en Italie Métamorphose Luigi Nacci Fulvio Senardi Dialetto Lingua Luigi Fontanella Colto onirismo Battana Bettini Bottega Caproni Classicismo Controcultura Crisi Cronorama Diosangue Dramma Ennio Balbo Ermetica Febbre Finzione Belardo Gigi Angelillo Giorni Interpreti Linguaggio Lirica Luciano Creta Manacorda Marina Malfatti Maschera cieca Maschera ombrosa Massimo Scaglione Materia Metafora Gabbiano Mondo Nascita Ve. Codice articolo ABE-1713182997170

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